
Storica e ricercatrice presso l’Istituto di studi europei dell’Università della California, Edith Sheffer, madre di un ragazzo con autismo, si ripromette di dimostrare l’ipotesi che il Terzo Reich sia stato un regime basato sulla diagnosi. Per farlo, ci conduce nella Vienna degli anni ’20, devastata dalle malattie e dalle scarse condizioni sociali e sanitarie. È proprio qui che la mancanza di capacità sociali diventa una condizione sociosanitaria. E proprio da qui inizia un viaggio che ci porta ad assistere agli sviluppi dell’eugenetica nazista, che si intrecciano in modo significativo agli sviluppi della carriera medica di Hans Asperger. Sviluppi che culminano negli orrori dello Spiegelgrund, ospedale adibito all’eliminazione di quei bambini ritenuti non socialmente inseribili nella società.
Ed ecco alcuni tra i nuclei fondamentali di questa storia.
- C’era un’eugenetica positiva e un’eugenetica negativa. La prima si occupava di individuare la capacità socialmente utili di bambini che, per vari motivi, dimostravano un forte ritiro sociale.
- Asperger era interessato soprattutto alla parte positiva dell’eugenetica. Nonostante ciò, si occupò anche di selezionare i bambini curabili e quelli non curabili, quindi destinati direttamente alla morte o a un’ospedalizzazione comunque, in breve tempo, letale.
- Pur non avendo mai preso la tessera del partito nazista, Asperger aderì pienamente al nazismo, divenendo membro anche di alcune sue associazioni e lavorando a stretto contatto con medici appartenenti al partito nazista.
- I due concetti decisivi, sui quali si fonda l’eugenetica nazista e i suoi massacri, sono quelli di Volk, il popolo tedesco, e di Gemüt, il cui significato passa da quello ottocentesco di “anima” a “capacità metafisica di costruire legami sociali”.
- Chi, per vari motivi, non dimostra di volere e potere appartenere in tutto e per tutto al Volk, deve essere isolato e, in molti casi, eliminato definitivamente.
- L’impegno e l’affetto dato verso quei bambini ritenuti recuperabili convive tranquillamente con la ferocia e la mancanza di pietà verso quei bambini ritenuti “inutili”.
- Mentre vediamo alcuni genitori preoccuparsi per la sorte dei propri bambini, ne vediamo altri che chiedono in modo esplicito la soppressione dei propri figli.
Scritto in modo chiaro, documentato e senza pretese narrative, I bambini di Asperger rappresenta una lettura interessante e con alcuni spunti utili anche per la lettura di alcuni temi attuali, quali certe dinamiche dello stigma o le modalità della classificazione psichiatrica.
